Obesità e Personalità

I dati arrivano dalla rivista Lancet che questa settimana dedica uno speciale alla pandemia di obesità che appesantisce la Terra. A differenza del passato, il problema è diffuso in particolare tra i poveri, che non hanno abbastanza denaro per diete sane e sono spesso costretti a nutrirsi di cibo spazzatura. C’è solo qualche isola felice in Asia: Cina e Giappone soprattutto. Per il resto il pianeta è “tondo”, con un miliardo e mezzo di adulti in sovrappeso e un altro mezzo miliardo di obesi. In Europa ci sono pochissime eccezioni, come l’Olanda, che si salva grazie all’abitudine di andare in bicicletta. E non va meglio tra i più piccoli: sono 170 milioni i bambini obesi e in sovrappeso.

Eppure, basterebbe poco per invertire la tendenza. Secondo uno degli esperti sentiti da Lancet – Kevin Hall del National Institute of Diabetes and Digestive and Kidney Diseases – tagliare dall’alimentazione quotidiana 250 calorie ogni giorno farebbe perdere 13 chili in tre anni. La maggior parte entro il primo anno. E in fondo si tratterebbe solo di rinunciare ogni giorno all’equivalente di uno snack al cioccolato. E’ soprattutto nel mondo femminile che si nota una differenza tra un Paese e l’altro. In Giappone e Cina, solo una donna adulta su 20 è obesa contro una su dieci in Olanda, una su quattro in Gran Bretagna e Australia, una su tre in negli Stati Uniti. I più pesanti in assoluto sono gli abitanti delle isolette di Nauru, Tonga e Cook in Oceania (da cui non a caso provengono molti lottatori di sumo): a Tonga sono sette su dieci le donne obese.

In Italia, stando ai dati dell’ultimo Rapporto Osservasalute, più di un terzo della popolazione adulta (35,5%) è in sovrappeso, mentre quasi una persona su dieci è obesa; in totale, il 45,4% della popolazione adulta ha un peso fuori norma. Per quanto riguarda i bambini, la quota complessiva di quelli grassi è il 34%. Tra gli otto e i nove anni hanno problemi di sovrappeso e obesità rispettivamente il 22,9% e l’11,1% dei bambini. Fonte: http://www.repubblica.it

I dati sull’obesità parlano chiaro, sappiamo che l’aumento ponderale dipende da numerosi fattori, in questa sede parleremo degli studi sulla relazione tra personalità e obesità.

In questo lavoro, gli studiosi hanno analizzato i dati di uno studio longitudinale di 1988 persone per analizzare, per la prima volta, in che modo i tratti di personalità siano associati con il peso e l’indice di massa corporea. I dati riguardavano i soggetti arruolati nell’ambito del Baltimore Longitudinal Study of Aging, uno studio multidisciplinare finanziato dal National Institute on Aging.

I soggetti erano generalmente in salute con un alto livello di scolarità. Tutti sono stati valutati secondo i tratti di personalità denominati “Big Five” – estroversione, amicalità, coscienziosità, stabilità emotiva, apertura mentale – e con le loro 30 sottocategorie. Gli stessi soggetti sono stati pesati e misurati periodicamente per un totale di 14.531 misurazioni distribuite su 50 anni.

Sebbene il peso tenda ad aumentare gradualmente con l’avanzare dell’età dei soggetti, i ricercatori, guidati da Angelina R. Sutin, hanno riscontrato un maggior guadagno di peso tra le persone impulsive, tra quelli che amano prendere dei rischi e tra coloro che sono antagonistici, specialmente i cinici, i competitivi e e gli aggressivi. Per contro, i soggetti coscienziosi tendono a essere più magri e il peso non contribuisce a cambiamenti di personalità nell’età adulta.

“La connessione tra tratti di personalità e peso è complesso e probabilmente comprende meccanismi fisiologici che si sommano a quelli comportamentali”, ha concluso Sutin. “Speriamo che chiarendo meglio l’associazione tra personalità e obesità si riescano a mettere a punto trattamenti più personalizzati per l’obesità e il sovrappeso. Per esempio, gli interventi sullo stile di vita e sull’esercizio fisico potrebbero essere più indicati per i soggetti estroversi che per gli introversi”. Fonte: http://lescienze.espresso.repubblica.it

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